Paola Iezzi allieva “somara” del prof. Vecchioni

26 Feb


Cosa non si fa per una copertina su Di Più (ma anche un attimo fuggente su GQ) e un po’ di pubblicità. Paola Iezzi, componente del duo più bistrattato degli ultimi anni, vorrebbe tornare a Sanremo con la sua sorella Chiara. Non essendoci riuscita, quale occasione migliore per ricordarci che Roberto Vecchioni, il vincitore della 61esima edizione del Festival, è stato il suo professore di ginnasio per un anno?

Anno 1988, liceo classico Beccaria di Milano:

“Io ero una quattordicenne con la testa tra le nuvole, mentre lui era già il cantante famoso di Samarcanda, e noi studenti temevamo che non ci avrebbe seguito come avrebbe dovuto. Credevamo che avrebbe speso il suo tempo in giro tra concerti e feste, mettendoci in secondo piano. E invece ci risultò subito chiara una cosa: per lui la carriera di insegnante era ugualmente importante a quella canora e certo non ci avrebbe abbandonato a noi stessi. Anche a costo di essere molto severo. E l’ho capito sulla mia pelle. Con lui fioccavano i quattro. Spesso mi sgridava. Però poi cercava di farci innamorare della materia. Era convinto che i più ‘grandi’ per parlare ai più ‘giovani debbano rivelare anche le proprie fragilità, per rendersi più credibili ai loro occhi. C’erano bellissimi momenti in cui usciva dalle vesti di professore. Per il resto, quando stava dietro la cattedra, tornava a essere l’insegnante puntiglioso e irreprensibile di sempre”. Continua a leggere

Le pippe di un attore “diversamente dotato”

25 Feb

Giampaolo Morelli non è solo un attore di fiction, ma uno dei personaggi che più “si dà” nelle interviste, con osservazioni degne dei più fini sociologi (dovute a suo dire alla timidezza, che fa lavorare tanto su se stessi). Lo avevamo lasciato ad aprile 2010, su Vanity Fair, fare coming out sulla sua scarsa dotazione:

“Se ne vale la pena, se ha senso per la storia, se è funzionale al racconto, reciterei nudo. Col pisellino di fuori? Tesoro, se mi chiamassi Rocco Siffredi volentieri, ma con le mie dimensioni farei ridere. Oddio, è vero che le statue greche ce l’hanno piccolo per non rovinare l’estetica… Quindi, sì, io andrei benissimo”.

E poi, ancora:

La bellezza nella donna ha un’importanza maggiore, lo dicono gli studi scientifici. L’uomo cerca storicamente la compagna bella perché questo lo rassicura sull’avere una buona prole. Invece la donna cerca protezione: e oggi la protezione non coincide più con la forza fisica ma su quella ’sociale’”.

Ora, per promozionare le sue ultime avventure tra recitazione ed editoria (ebbene sì, ha scritto un libro anche lui), Morelli riprende su Vanity Fair da dove eravamo rimasti: Continua a leggere

Il cigno nero, Desperate Housewives e Kafka

23 Feb

“All’interno di questa casa vive un mostro. Potreste chiedergli come si fa a diventare un simile mostro. La risposta è semplice. I mostri sono creati da altri mostri”.

Questa è la chiosa recitata dalla voce narrante – defunta – dell’episodio 6×20 di Desperate Housewives, una delle serie Usa in cui più spiccano i temi della percezione e del doppio. Protagonista Eddie Orlofski (Josh Zuckerman), dalla vita difficile a causa di una madre schiava dell’alcol che – dopo l’abbandono dal marito – gli ha rinfacciato la sua nascita indesiderata. In questo episodio il telespettatore rivive il percorso che l’ha portato a diventare un omicida, su cui ha inciso un rapporto con l’altro sesso di matrice fortemente edipica.

Cresciuto nel vedere sua madre copulare in pieno giorno con fidanzati usa e getta, Eddie diventa tuttofare del quartiere di Wysteria Lane per fare e ricevere compagnia alle signore che vi abitano. Donne che potrebbero essere sua madre – e si affezionano a lui dandogli affetto e consigli – diventano la compensazione delle sue carenze affettive, salvo poi scatenare il suo rancore omicida quando le vede sessualmente appagate e con un uomo al loro fianco che non è lui.

A volte la vita è strana, perché spegni la tv e vai al cinema, ma lo scenario non cambia. Ti imbatti in un meraviglioso mostro dal nome Nina (Natalie Portman), la protagonista de Il cigno nero di Darren Aronofsky, che ha aperto il Cinema di Venezia 2010 senza convincere troppo. Le capita l’occasione di una vita, interpretare non solo la Regina Odette ne “Il lago dei cigni” di Chajkowskij, ma anche il suo perfido alter ego, Odile ovvero il cigno nero. Lei è perfetta per la parte della protagonista candida, ma non riesce a tirar fuori “la maledizione” del black swan. Continua a leggere

Carlo Verdone, Dottore in ‘mitomania dei media’

22 Feb

La laurea honoris causa in Medicina, Carlo Verdone, se l’è meritata tutta. Perché se c’è uno che si è rivelato un luminare, in materia di fobie e patologie dell’inconscio, è lui, con i suoi personaggi macchiettistici e pieni di idiosincrasie.

Un mese fa ho avuto l’onore di vederlo al Bifest, in cui ha tenuto una lezione di cinema aperta al pubblico. Verdone si è fermato a discettare per ben due ore e, anziché dare un freno alle domande dei presenti, è sembrato quasi incitarle. Al di là del suo mestiere di regista e attore, Verdone resta uno degli osservatori più acuti del contemporaneo, vista la critica sociale che accompagna ogni sua interpretazione e intenzione artistica.

Per questo non è un caso che in Manuale d’amore 3 racconti un altro fenomeno molto attuale, che è quello dello stalking. Lui stesso – in quanto personaggio strafamoso – si definisce “terra d’invasione”, da parte di donne che gli fanno la posta sotto casa, lo chiamano al cellulare e gli domandano “perché Laura Chiatti sì e loro no”. Lui si limita a prendere precauzioni ma, a differenza di colleghi che conducono vite da incubo, non rinuncia a veder gente per colpa di “qualche sciroccata”.

Il suo personaggio del film, Fabio, è un anchorman della tv perseguitato da una “pazza” (Eliana alias Donatella Finocchiaro, da me amata in Sorelle Mai di Bellocchio). La sua vita procede tranquilla, gonfia di potere, fino a quando a un ricevimento a bordo piscina – mentre sta parlando con un pezzo grosso della televisione – viene spintonato violentemente in acqua con il suo interlocutore. La situazione degenera fino a quando il telegiornalista non avrà un malore in diretta, causato dalle pressioni della stalker, e non riuscirà più a lavorare. Un giorno ai microfoni sbaglia, al punto di dire Obama Bin Laden anziché Osama. Ecco come Verdone commenta il fenomeno sul settimanale Oggi: Continua a leggere

La dittatura del caffè (anche a Casa di Paola)

21 Feb

Dalla rivista letteraria Il Caffè dei fratelli Verri, al Nespresso con testimonial George Clooney, non c’è nulla da fare: ci troviamo di fronte a una bevanda di massa, ma anche a quella più elitaria di tutte.

I posti più lounge hanno tutti la dicitura Cafè, per non parlare della sitcom in Camera fissa di Luca e Paolo: col decaffeinato chi la vedrebbe?

A seguire il trend Se… a casa di Paola, programma del daytime di Raiuno dove si è ormai imposta la dittatura catodica del caffè. La conduttrice, con il suo consueto tono di voce urticante, si atteggia a padrona di casa salottiera. E chiede (con quel fare intimidatorio che neanche la titolare di un agriturismo del sud):

“Volete un caffè?”.

Gli astanti sono tra l’attonito e l’indeciso, forse perché il trend della tv ‘mangia e bevi’ in diretta è ancora poco radicato. La maggior parte degli ospiti è caffè-dipendente, ma si sente a disagio a farsi vedere con la tazzina in mano dal pubblico.

Quando si tratta di ruminare cibo in onda non ne parliamo. Non è un caso che la tavola delle Breakfast news di Mattino Cinque sia così intoccabile da sembrar finta: a volte mi chiedo se quei cornetti facciano tappezzeria, perché farsi riprendere con le briciole tra i denti atterrisce chiunque al solo pensiero. Continua a leggere

Silvana Giacobini sa fermare il tempo

20 Feb

Ripenso alle mie fugaci conversazioni degli ultimi giorni con la Signora Silvana Giacobini, per la rubrica Il Festival dei Direttori che ho curato su TvBlog. L’ho intercettata tra un impegno e l’altro, ma trovandola sempre disponibile. E devo dire che un comune denominatore dei Boss del giornalismo da me conosciuti sta nella loro quotidiana reperibilità, al contrario del divismo dei “famosetti” che ti rimandano le interviste per ore (o giorni).

Nel caso della Giacobini, venerdì scorso sapevo fosse in treno per Venezia quando stavo per chiamarla. Accendendo la tv su Mattino Cinque, in onda da Milano, la vedo in video e capisco che è il caso di aspettare. Il giorno dopo l’avrei trovata in Rai come opinionista de Le amiche del sabato, in diretta da Roma.

La mia mente  è andata subito a delle vecchie dichiarazioni rilasciate da Silvana Giacobini a Valeria Braghieri sul settimanale A. Ebbene sì ,una giornalista si è fatta intervistare da una giornalista, per promuovere il suo romanzo Chiudi gli occhi:

“Ho una mia teoria, se si vive ibernati in una redazione per tutta la vita, il tempo ti lascia in pace”.

Mi sembra che è quello che ha fatto lei, che di epoche giornalistiche ne ha attraversate tante. E’ entrata in Rusconi nel 1970, e ha diretto Eva Express e Gioia, per vent’anni (tra l’altro leggo dal mio amico Thomas di un eventuale suo ritorno alla direzione di quest’ultimo). Poi è stata la volta delle storiche direzioni di Chi e di Diva e Donna, che ha entrambi battezzato in contemporanea ai suoi impegni televisivi da conduttrice. Continua a leggere

L’Eurosong il 14 maggio in Rai: non ditelo a Baudo

20 Feb

C’è fervore sul web – specialmente la mia collega di TvBlog Debora Marighetti non sta più nella pelle – per un grande ritorno. E’ notizia ufficiale la riapertura dell’Italia all’Eurosong nell’edizione 2011, con tanto di messa in onda il 14 maggio su RaiDue in prima serata e la scelta di Francesco Facchinetti come conduttore-inviato in collegamento con Düsseldorf, neo-cornice dell’evento.

L’artista che ci rappresenterà nuovamente non sarà un reduce da X Factor come Marco Mengoni o Nathalie Giannitrapani, come si mormorava finora, ma il vincitore di Sanremo Giovani, Raphael Gualazzi, giovane jazzista dal respiro internazionale prodotto da Caterina Caselli.

La Rai manca all’Eurovision Song Contest (abbreviato in Eurosong, mentre è ancora erroneamente chiamato per abitudine Eurocanzone o Eurofestival), dal 1998, quando ha interrotto la sua partecipazione e ne ha sospeso anche la trasmissione. Ispirato al Festival di Sanremo, il timore è che potesse danneggiarlo: non a caso si parla di presunto boicottaggio negli anni Duemila fortemente criticato dagli internauti (basta leggere post incandescenti come questo).

Eppure l’Italia è tra i paesi fondatori della manifestazione, che risulta l’evento europeo più visto dopo quelli sportivi: una media più di 100 milioni di persone in tutto il continente hanno seguito le ultime edizioni, l’anno scorso solo in Germania erano in ben 14.690.000 telespettatori, con il 49,1% di share, a festeggiare la vittoria di un’artista tedesca. Continua a leggere

Televoto e sondaggistica: il point of view di Pagnoncelli

19 Feb

Nando Pagnoncelli, presidente dell’Ipsos, ha espresso una posizione illuminante su una delle questioni più annose dei nostri tempi: la logica più o meno pilotata del televoto.

A me personalmente, che oltre a scrivere di televisione ho studiato per anni la comunicazione politica nel mio lavoro di tesi universitaria, affascina non poco l’analogia tra l’audience televisiva e la sondaggistica politica, essendo entrambe in balia di orientamenti insondabili: Continua a leggere

Giovanni Audiffredi “non intervista” Sara Tommasi

18 Feb

Giovanni Audiffredi, guru delle interviste di costume e specializzato in dive dello showbiz, ha avuto buonsenso sul numero 7/2011 di Vanity Fair. Poteva portare a casa l’intervista del momento a Sara Tommasi. E invece ha confezionato un pezzo ancora più interessante, di retroscena a un’intervista che non c’è mai stata per evitare il rischio di “circonvenzione di incapace”.

Laureata alla Bocconi in Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari con una tesi sulla Parmalat (voto 105/110) , ex naufraga dell’Isola dei Famosi nel 2006, interprete di una supplente sexy nel film Ultimi della classe (foto) dopo aver mentito su un passato all’Actor’s Studio di New York, la Tommasi è di recente balzata nell’occhio del ciclone per i suoi presunti coinvolgimenti nel Rubygate. La stessa ha dichiarato:

“Dopo quattro anni di studi universitari ho imparato a essere la brava manager di una grande azienda. In questo caso il prodotto sono io, un prodotto da vendere nel mercato dello showbusiness. Sperando di lavorare ho dovuto darmi a molti, in Rai e nel cinema”. Continua a leggere

Uomini e Donne: comunicare nella terza età

18 Feb

Anche gli “over” hanno un bisogno di networking, ma vincolato alle sagge istanze del buon vecchio portafogli. Perché, diciamola tutta, al di là degli abbonamenti alla 3 o delle promozioni Fastweb, confidarsi per ore al telefonino ha costi improponibili, mentre il buon vecchio telefono fisso regala ancora al suo utente conversazioni illimitate sul piano interurbano.

Di qui, l’amore senza fili ai tempi di Uomini e Donne versione ottuogenaria: Continua a leggere